Copertina di Michelangelo Lucco
Una storia (in gran parte vera) per grandi e piccini ambientata a Montenero
"Quella mattina correva verso la periferia, perché gli pareva di essere
aggredito dalla paura. Non era una sensazione: era certo che il terrore
della sventura non gli avrebbe dato tregua. Si affrettava sempre di
più, quando si accorse che quella corsa avrebbe potuto provocargli l'arresto del cuore. Tentò di riprendere fiato. In quell'attimo si accorse che due occhietti lo fissavano imploranti.
- E tu che cosa fai? - Sembrava che il cucciolo avesse inteso
l'intenzione di quell'uomo. Capì che in lui avrebbe potuto trovare un
amico. Invece di acquattarsi dietro il cespuglio, sentiva che avrebbe
potuto fidarsi di quell'uomo.
- Vieni qui -. Il cane aveva tentato appena di resistere ed aveva guaito, ma si era lasciato afferrare:
- Come ti chiami? .. Già! ... come se potessi rispondermi! ... -. Ma
non si scoraggiò - . - Quanto tempo hai? Il tuo padrone chi è? Non sarà
mica rimasto sotto le macerie ... -. Gli era parso che fosse un
animaletto così tenero e dolce che non ebbe il coraggio di lasciarlo.
Era un batuffolo di pelo nero con una stella bianca sul capo. Le
estremità delle zampe sembrava che avessero potuto calzare delle
scarpette bianche. Si lasciava carezzare e non sapeva nascondere il
piacere di quel gesto di tenerezza. Non sapeva frenare un tremito di
gradimento. Lo guardava con un'espressione negli occhi, come se volesse
ringraziarlo".
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